mercoledì 26 novembre 2008
IL GRANDE GIOCO
Seduto nella sala di attesa del mio dentista a riflettere sul perché, fissato un appuntamento con mesi di anticipo, mi trovassi ora ad aspettare il mio turno con un ora abbondante di ritardo.
Sono certo! Nella mia vita non in una sola circostanza il mio dentista ha onorato l’impegno preso, condannandomi ad ascoltare per ore, lo stridere dei trapani, il mugolio del paziente di turno e i noiosissimi aneddoti dei compagni di attesa.
Per ingannare il tempo pesco una copia dell’Espresso dal porta riviste, lo sfoglio sino all’ultima pagina dove mi soffermo sulla recensione scritta da Umbro Eco del libro ‘Il Grande Gioco’ di Peter Hopkirk (Adelphi).
Ne riporto un sintetico estratto:
La ricostruzione riguarda l'intrico di giochi spionistici, assedi, guerre e guerriglie che si sono svolte tra agenti ed eserciti russi e inglesi su quel crinale che separa l'India dall'Afghanistan
Una storia fatta di ambiziosi ufficiali e avventurieri con un pelo così sullo stomaco, che si travestivano da mercante armeno o da pellegrino, percorrendo deserti e montagne mai visitati da un europeo, i russi per studiare il modo di espandersi verso l'India, gli inglesi per salvaguardare il loro impero coloniale e creare alle frontiere una serie di stati cuscinetto con emiri, khan, reucci fantoccio. Una storia fatta di agguati, decapitazioni, assassini nei palazzi reali.
Data la profonda stima ed il rispetto che da anni nutro per il professor Eco, sono andato in libreria per acquistare il libro.
Visto che non è poi una lettura così comune l’ho ordinato e finalmente dopo un attesa di due settimane è iniziata la lettura.
Un “mattone” per terminare le 624 pagine che lo compongono, sono ricorso a tutta la mia forza di volontà.
Un libro dagli indiscutibili colti contenuti, pure la forma è scorrevole, ma per quanto l’autore si sia prodigato a costruire una trama accattivante, i numerosissimi personaggi si muovono lenti tra cospirazioni e complotti di politica estera satura di intrighi internazionali.
Dalla lettura di queste pagine comunque ho tratto un immagine più nitida della Russia e di come ancor oggi perpetui con tenacia una politica estera votata all’espansione, che trae i suoi fondamentali dall’epoca napoleonica.
Estate 2008, i carri armati russi varcano il confine georgiano. Mosca riconosce lo stato libero dell’ Ossezia……
martedì 11 novembre 2008
Questa storia - Alessandro Baricco
Il primo libro di Baricco l'ho letto quattordici anni fa mentre svolgevo il servizio di leva, sdraiato sulla mia branda e dividendo la camerata con altri sessanta militi.
Oceanomare ,il testo in questione grazie alla sua intensa trama, è riuscito ad assorbirmi al punto di dimenticare il chiasso causato dal chiacchierio dei commilitoni.
Teminato Oceanomare, va da se, che di slancio mi sono bevuto: "Castelli di rabbia", "Novecento"e "Seta".
A mio parere questo ultimo resta l'opera magna di Baricco; un condensato di sentimenti ed avventura.
I romanzi di stesura successiva tipo Next o Senza sangue, mi hanno annoiato, solo con City le emozioni di un tempo sembravano ridestarsi, delusione solo per poi riassopirsi.
In questi giorni guardando la libreria alla ricerca di qualcosa da leggere, mi è scivolato tra le mani una copia, acquistata anni fa, di Questa storia.
L'ho letto di un fiato, un romanzo che usa come sfondo le corse automobilistiche di inizio secolo, per proiettarci in un susseguirsi di situazioni, dalla guerra di trincea del Carso, all' Inghilterra dei primi aviatori.
La trama dai repentini cambi di direzione, ci presenta povera gente il cui destino si intreccia con quello di facoltosi ereditieri, per insegnarci che non basta una vita per guadagnare la vera ricchezza.
Un libro semplice che mi ha indotto a piacevoli riflessioni.
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